Sabriel by Garth Nix

Sabriel by Garth Nix

autore:Garth Nix [Nix, Garth]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:58:56+00:00


16

Un sentiero attraversava i campi allagati, ma era anch’esso in parte sommerso dall’acqua che arrivava all’altezza della caviglia e a volte fino alla coscia. Soltanto i canali di drenaggio si sollevavano sopra il livello dell’acqua salmastra, ma correvano tutti verso est, non verso il villaggio.

Perciò Sabriel e Petrus furono costretti a proseguire al guado lungo il sentiero. Mogget, invece, viaggiò drappeggiato sulle spalle di Sabriel come un collo di pelliccia bianca.

Acqua, fango e un tracciato incerto rallentarono molto il loro cammino.

Impiegarono più di un’ora per percorrere meno di un miglio, così quando uscirono dall’acqua all’ingresso del villaggio era già pomeriggio inoltrato.

Per fortuna il cielo è limpido, pensò Sabriel. Il sole invernale non era particolarmente caldo, né poteva essere descritto come luminoso, ma di certo avrebbe scoraggiato la maggior parte dei Morti Minori a uscire allo scoperto.

In ogni caso, entrarono nel villaggio con le spade allentate nei foderi, e Sabriel con la mano sulla bandoliera. Il sentiero saliva tortuoso con una serie di gradini scavati nella roccia, rinforzati qua e là da mattoni e malta. Il vero e proprio villaggio, appollaiato sul promontorio, era composto da una trentina di graziose casette di mattoni con il tetto di legno dipinto, alcuni a colori vivaci, altri a tinte più cupe e segnate dalle intemperie. Il silenzio regnava sovrano, con l’unica eccezione dell’ululato del vento e del grido tetro di un gabbiano, che volteggiava in alto. Sabriel e Petrus avanzarono spalla a spalla in quella che sembrava la strada principale, spade in pugno e occhi fissi sulle porte chiuse e sulle finestre con le persiane accostate.

Entrambi si sentivano nervosi, a disagio, con una sensazione sgradevole addosso, un formicolio strisciante che si arrampicava sulla schiena, sul collo e arrivava a lambire il segno della Carta impresso sulla fronte. Sabriel avvertì anche la presenza di Anime Morte: Morti Minori, che si nascondevano dalla luce del sole, acquattati lì intorno, nelle cantine o nelle case.

Alla fine della strada principale, sul punto più alto dello sperone di roccia, adagiata su un prato accuratamente pulito e rasato, si ergeva una Pietra della Carta. Metà di essa era stata tranciata via, e pezzetti di pietra scura erano sparpagliati tutt’intorno. Un corpo giaceva dinanzi alla Pietra con le mani e i piedi legati, e il profondo squarcio sulla gola segnava il punto dal quale era sgorgato copioso il sangue. Il sangue del sacrificio che aveva spaccato la Pietra.

Sabriel s’inginocchiò accanto al cadavere, concentrandosi. La Pietra era stata infranta di recente, ma già la porta del Regno dei Morti cominciava a riaprirsi con un cigolio. Le sembrò quasi di avvertire il gelo delle correnti impetuose che turbinavano vicino alla Pietra per succhiare calore e vita.

Strane creature si nascondevano appena oltre il confine tra i due regni, lo sapeva. Avvertì la loro fame di vita, la loro impaziente attesa della notte.

Come aveva immaginato, il cadavere apparteneva a un Mago della Carta, morto da tre, quattro giorni. Ciò che invece la sorprese fu che si trattava di una donna. In un primo momento le



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